CORSO MARCONI

TORINO 1994
Ristrutturazione e sopraelevazione di edificio residenziale in Corso Marconi 35 

Progetto:  prof. arch. Giovanni Torretta
Collaboratore alla progettazione: arch. Claudio Perino
Direzione Lavori: arch. Gianfranco Pasotto
Strutture: ing. Roberto Reinerio
Per le parti strutturali antiche: prof. ing. Giuseppe Pistone

Il progetto ha vinto il premio "Architetture Rivelate" nel 2007 assegnato dall'Ordine degli Architetti di Torino

Come molti lotti di nuova edificazione nella estrema periferia di allora, la prima “casetta” fu costruita nel 1864 in fondo al lotto: una piccola casa a due piani a manica semplice che si raggiungeva attraversando il giardino o l’orto.
In seguito ed in rapida successione dal 1869 al 1894 vennero costruito sul filo del corso una casa a manica doppia di due piani poi sopraelevata a tre inglobando nel piano aggiunto la struttura del tetto precedente. Un’ultima manica venne edificata sul confine di ponente collegando i due edifici già costruiti.
Pertanto il piccolo complesso si presentava come uno degli ultimi residui della prima urbanizzazione, povero e ormai spaesato rispetto al contesto.
Quando fu redatto il progetto gli edifici erano tutti in pessime condizioni e parzialmente disabitati.
La realizzazione del progetto ha comportato la demolizione degli edifici del cortile e dell’ultimo piano sul corso. La cubatura delle parti demolite è stata portata in elevazione sul filo corso in modo da completare la palazzata che aveva avuto in quel piccolo edificio l’elemento di rottura della sua continuità.
La parte muraria dei piani bassi non ha subito sostanziali modifiche esterne ad eccezione dei balconi del primo piano, troppo bassi per essere a norma, e trasformati in balconcini rasati.
Le parti nuove della facciata sul corso dovevano tener conto del disegno continuo degli edifici confinanti: tutti a muratura piena dominante e con aperture a passo costante ed a taglio verticale.
Le due spalle laterali, prevalentemente piene, riprendono il disegno dei piani bassi e fanno da argine allo squarcio centrale, utile per dare luce e affaccio ai soggiorni secondo le esigenze della committenza. I balconi sono ampi per facilitare l’affaccio laterale verso il parco del Valentino e la collina e per disporre di dimensioni adatte all’uso delle carrozzine di eventuali motulesi. Per evitare strutture dei balconi eccessivamente massicce, fu scartata la soluzione a mensola in favore di una struttura leggera in acciaio sospesa al tetto ed ancorata ai solai.
Il pavimento dei balconi è in pietra di Luserna appoggiata sull’acciaio. Il rivestimento del piano terreno è in pietra di Luserna a fasce orizzontali lavorate alternativamente a piano di sega ed a spacco. Per evitare che si avvertisse la fragilità del rivestimento e per accentuare l’aspetto tranciato dei fori del piano terreno, le spallette o mazzette furono rivestite di lamiera di acciaio spessa cinque millimetri coprente le coste delle lastre di pietra. La struttura del tetto destinata a rimanere in vista fu costruita in acciaio con campiture di tamponamento in tavolato di larice.
La facciata sul cortile riprese una disposizione a ballatoi e subì, in sede costruttiva, alcune variazioni rispetto al disegno progettato.